Buongiorno,

Condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

Il clima di relativa tranquillità negli scambi di Borsa non contribuisce al cambio di passo per le quotazioni degli “industriali.

Le cosiddette “unghie” comparse nei grafici riepilogativi dei prezzi dei metalli sul finale di seduta del primo di marzo al LME non rappresentano dei fenomeni occasionali e quindi meritano la giusta attenzione.

La domanda di “industriali” da parte degli utilizzatori resta sempre bassa, con prospettive di peggioramento nelle prossime settimane, sebbene la stabilizzazione verso l’alto del valore complessivo del listino trovi conferma anche dal posizionamento dell’indice LMEX, con una maggiorazione dello 0,07% su base periodica.

Un’ulteriore conferma di uno stato di sostanziale calma nelle contrattazioni di Borsa viene evidenziato dall’indicatore MetalWeek che studia il clima preparatorio di ciascuna seduta LME, ora collocato a nove trentesimi e ritornato ai minimi da inizio gennaio.

La questione valutaria giocherà un ruolo non secondario, con il dollaro che ha concesso all’euro una rivalutazione del valore Forex intorno alla linea di 1,0835.

Rame in area 8.500 USD

La quotazione del Rame in area 8.500 USD / 3mesi acquista un valore di rilevanza se accompagnato al dato della liquidità che sta formando il sottostante di riferimento per questo metallo, passata da una forma di accumulo in avvio della scorsa settimana ad uno stato di equilibrio nella seduta di venerdì 1° marzo.

Gli spazi di rinforzo della quotazione in dollari del Rame risultano comunque esigui; pertanto, è opportuno parlare di prezzi LME stabili.

Fase di assestamento per lo Zinco

La fase di assestamento del prezzo dollari 3mesi dello Zinco può considerarsi conclusa, con il mercato specifico del suo diretto impiego considerare un elemento assodato la collocazione di Borsa oltre quota 2400.

Le Leghe, Ottone e Zama

Le leghe con basi di composizione Rame e Zinco non subiranno importanti variazioni in termini di quotazioni, con Ottone e Zama approcciare una settimana alquanto tranquilla dal punto di vista dei prezzi.

Spinta propulsiva dell’Alluminio in esaurimento

L’Alluminio esaurirà la sua spinta propulsiva del valore USD 3mesi entro la prima parte della settimana; pertanto, l’eventuale riscontro di crescita non dovrà essere interpretato come un cambio di tendenza importante.

Contesto rialzista per il Nichel

La quota di denaro rialzista risulta ancora su livelli elevati per quanto riguarda il Nichel, determinando un contesto che può ancora definirsi a tutti gli effetti rialzista in ambito prezzo LME, anche se non sarà più per un tempo prolungato.

Cambio di scenario per il Piombo

Il cambio di scenario per il Piombo è ormai un fatto certo, con la quotazione Dollari 3mesi avere preso un indirizzo marcatamente ribassista e che si collocherà sotto la linea mediana dei prezzi LME della scorsa settimana.

Domanda di “fisico” contratta per lo Stagno

La determinazione del valore di Borsa dello Stagno sarà in mano ai soli utilizzatori, i quali vedranno l’attuale riferimento USD 3mesi come dato di scambio equilibrato e stabilizzato, con la domanda di “fisico” restare estremamente contratta. 

Si parla ancora di sanzioni per l’alluminio russo. I falchi vogliono misure più dure.

La Commissione Europea promette di lavorare su un nuovo pacchetto di sanzioni, anche contro l’alluminio russo.

A spingere con forza in questa direzione sono Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia.

Ritorna al centro delle discussioni tra stati membri dell’Unione Europea (UE) la controversa questione delle sanzioni contro l’alluminio proveniente dalla Russia.

Più che una discussione, un vero e proprio conflitto tra alcuni paesi che sostengono una posizione aggressiva a favore di misure punitive e altri che esprimono preoccupazioni riguardo alle implicazioni economiche e strategiche di tali provvedimenti.

Sembra che la Commissione Europea abbia promesso un nuovo pacchetto di sanzioni, che avrebbero effetto immediato, per colpire anche l’alluminio russo. Sotto la superficie delle discussioni dei politici europei, esistono complesse dinamiche geopolitiche e commerciali che influenzano il panorama delle commodities globali, con conseguenze potenzialmente devastanti per il mercato europeo dell’alluminio.

Ad oggi, l’alluminio russo rappresenta circa l’8% delle importazioni

Si stima che la UE importi ancora metallo dalla Russia per un valore di 2,3 miliardi di euro all’anno, mentre esporta vari prodotti di alluminio per un valore di circa 190 milioni di euro. Fino ad oggi, l’unica sanzione adottata in questo settore è stato un divieto di importazione molto specifico e mirato su fili, fogli e tubi prodotti in Russia.

Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, le importazioni di alluminio russo rappresentavano oltre il 30% del totale della UE. Attualmente, rappresentano solo circa l’8% delle importazioni.

Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia chiedono un divieto all’importazione di alluminio russo, ritenendo che sia un mezzo efficace per esercitare pressioni sul governo russo in risposta alla guerra in Ucraina.

Altri paesi europei temono però che, come accaduto per altre sanzioni, le misure punitive possano avere un impatto negativo in primo luogo sull’economia europea, in particolare sul settore dell’alluminio.

Sanzioni forti per piegare la Russia… o per danneggiare ulteriormente l’industria UE?

Questa divergenza di opinioni riflette le tensioni interne alla UE, con diverse priorità nazionali e interessi economici in gioco. Mentre alcuni paesi vogliono sanzioni forti per piegare la Russia, altri ritengono sia più saggio privilegiare la stabilità economica del continente.

Naturalmente, il mercato globale dell’alluminio continua ad essere influenzato da questi sviluppi. Le incertezze riguardo alla disponibilità e ai costi dell’alluminio russo possono portare a una maggiore volatilità dei prezzi e ad un cambiamento dei flussi commerciali a livello internazionale.

Di certo, un po’ tutte le aziende europee che operano nel settore dell’alluminio potrebbero essere costrette a rivedere le proprie strategie di approvvigionamento e di produzione, per adattarsi ad un ambiente che erode progressivamente la loro competitività.

APPROFONDIMENTO

Catodi di rame

Perché tutto questo ottimismo sul rame?

Alcune importanti banche d’affari prevedono rialzi per i prezzi del rame. Attenzione però che chi determina la direzione del mercato è la FED e le sue politiche monetarie.

Tra i metalli industriali non c’è un buon sentiment per i prossimi mesi. L‘incertezza sulle prospettive economiche e sugli sviluppi geopolitici e finanziari, non favorisce certo l’ottimismo. Eppure, il rame fa eccezione…

Lo scorso anno nessuno è rimasto sorpreso dal calo del prezzo del rame visto l’inasprimento della politica monetaria che ha penalizzato molte economie, soprattutto quelle dei paesi in via di sviluppo.

All’inizio di febbraio di quest’anno, il prezzo è crollato ai minimi di tre mesi, avvicinandosi a 8.200 dollari per tonnellata per poi rimbalzare verso il 20 febbraio al massimo di tre settimane a 8.548 dollari per tonnellata.

Anche il destino del rame è nelle mani della FED

L’International Copper Study Group (ICSG) dice che nel 2024 ci sarà un aumento della produzione globale dalle miniere di rame del 3,7%, grazie a nuove miniere e all’ampliamento di quelle esistenti. Inoltre, si prevede che i costi di produzione miglioreranno in Cile, Cina, Indonesia, Panama e Stati Uniti.

Secondo ING Group, la politica monetaria della Federal Reserve americana (FED) giocherà un ruolo determinante nella fluttuazione dei prezzi del rame. Se il dollaro, come sembra, si indebolirà, il metallo rosso ne trarrà vantaggi nel breve termine. Tuttavia, se i tassi d’interesse statunitensi rimarranno più alti più a lungo, il dollaro si rafforzerà e il prezzo del rame verrà spinto verso il basso.

Goldman Sachs e ANZ sono ottimisti

Goldman Sachs è ottimista sui prezzi del rame, così come su quelli dell’oro. Se la FED dovesse abbassare di 100 punti base i tassi d’interesse, i metalli avrebbero un grande impulso stimato in un 6% per il rame e un 3% per l’oro.

Anche gli analisti di ANZ, importante banca neozelandese su scala globale, pensano che le debolezze del rame manifestate nel 2023 siano storia passata e che le aspettative per i prossimi mesi siano destinate a migliorare.

La crescita della domanda da parte di Cina, Stati Uniti e India dovrebbe raggiungere il 4,3% nel 2024, mentre l’offerta si trova ad affrontare crescenti problemi. Secondo ANZ, i prezzi del rame aumenteranno nel 2024 a causa del deficit del mercato, con un obiettivo a breve termine di 9.000 dollari e oltre 10.000 dollari nei prossimi 12 mesi.

Il Principe di Kafubu, lo smeraldo gigante da 2 milioni di dollari

Uno smeraldo grezzo da 19.000 carati è stato messo in mostra durante il Watch and Jewellery Middle East Show, tenutosi recentemente a Dubai.

Uno degli smeraldi grezzi più straordinari mai visti, soprannominato il “Principe di Kafubu“, è stato messo in mostra a Dubai, in occasione del Watch and Jewellery Middle East Show.

Con un peso impressionante di 3,9 chilogrammi e un’incredibile dimensione di 19.000 carati, questo smeraldo gigante grezzo è una delle tante testimonianza delle meraviglie della natura. Estratto nella regione di Kafubu, nello Zambia, il suo nome evoca il mistero e la bellezza intrinseca alla sua terra d’origine.

Zambia, il secondo produttore del mondo di smeraldi

Gli smeraldi dello Zambia sono da sempre noti per la loro bellezza, superando spesso anche quelli colombiani per la loro tonalità e chiarezza. Ciò ha reso lo Zambia il secondo produttore mondiale di questi tesori della terra.

La mostra di Dubai, ospitata dalla prestigiosa World Academy of Design, non è solo un’occasione per ammirare questa pietra eccezionale, ma anche un modo per scoprire come gli artigiani gioiellieri trasformano queste gemme in capolavori senza tempo.

I visitatori hanno infatti potuto apprezzare diademi nuziali e collane con smeraldi di altissima qualità.

Una pietra grezza da 2 milioni di dollari

La qualità di una pietra preziosa si riflette nella sua lucentezza, chiarezza e colore, e lo smeraldo del Principe di Kafubu non delude in nessuno di questi aspetti. La sua tonalità verde profonda e satura, insieme alla sua trasparenza cristallina lo rende ideale per gioielli di altissima qualità.

Questo smeraldo, che ha ottenuto la certificazione del rinomato gioielliere svizzero Gubelin, è chiamato anche il “Gioiello dei Re“, poiché questo tipo di pietre è da sempre associato alla regalità e alla prosperità, oltre che alla rinascita e alla fertilità.

In molte culture, tra cui quella indiana, si crede che indossare uno smeraldo al dito mignolo porti fortuna e prosperità.

Il suo valore monetario è stato stimato in 2 milioni di dollari.

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