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Condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

La seppur blanda rivalutazione del dollaro ha avuto effetti rilevanti al LME, con i prezzi degli “industriali” registrare arretramenti significativi nei riferimenti USD 3mesi.

L’importanza del dollaro nel contesto di valorizzazione dei metalli industriali al LME ha avuto un’ulteriore conferma nelle battute finali della seduta di Borsa di venerdì 28 febbraio.

La figura apicale del “biglietto verde” rispetto agli equilibri tra domanda e offerta in sede di determinazione dei prezzi dei metalli inseriti nel listino del London Metal Exchange risulta a tutti gli effetti come elemento di discontinuità negli indirizzi di tendenza dei prezzi degli “industriali” riferibili alle quotazioni USD per tonnellata.

Il rapporto di cambio tra euro e dollaro negli ultimi otto giorni è ritornato a favore della moneta statunitense di circa mezzo punto percentuale e lasciando in un ambito di neutralità il parametro mensile di valutazione tra le due valute.

Una settimana che è risultata piuttosto opaca in Borsa, con l’indice LMEX in discesa del 2,6% con l’azzeramento di fatto dei progressi fatti segnare dal listino nelle due ottave precedenti.

La situazione appena evidenziata risulta ben rappresentata nei singoli elementi di prezzo di ciascun metallo e senza alcuna esenzione, indicate dagli stati di arretramento delle valutazioni USD 3mesi.

Aspettative di rialzo ridotte per il Rame

Le già ridotte aspettative di una ripresa accettabile del valore di Borsa del Rame, si sono momentaneamente infrante nella situazione descritta in precedenza a riguardo della seppur debole collocazione rialzista del dollaro rispetto all’Euro, situazione che non muterà fino a quando la valuta USA non concederà spazio di recupero alla nostra moneta.

Zinco giunto al termine dei ribassi?

Lo Zinco, al contrario del “metallo rosso”, è in procinto di mettere la parola fine alle sequenze ribassiste del prezzo USD 3mesi viste la settimana scorsa e lascerà alle spalle il suo punto di minimo relativo.

Le Leghe di Ottone e Zama

Le leghe di Ottone e Zama avranno in funzione di quello che è stato appena evidenziato sui due metalli di riferimento delle giornate interessanti in ambito definizioni prezzi e quindi i rispettivi utilizzatori dovranno portare particolari attenzioni sulle valutazioni LME di Rame e Zinco e in modo specifico su quest’ultimo.

Momento di debolezza per l’Alluminio

La debolezza del prezzo dell’Alluminio avrà come punto tangibile il superamento verso il basso della soglia dei 2600 dollari 3mesi; una circostanza che non si verificava al LME dalla terza settimana di gennaio. Il punto di discontinuità che si presenterà in questo avvio di settimana non lascia al momento uno spazio di previsione di quanto sarà duratura la permanenza del prezzo di Borsa dell’Alluminio nell’area di pertinenza, seppur ampia, dei 2500 USD 3mesi.

Nichel unica eccezione ai ribassi LME

Negli ambiti di criticità finora visti, il Nichel potrebbe essere il metallo che con più efficacia si opporrà all’ondata di ribassi che sta interessando il listino LME. Lo stato di resistenza ai diffusi segni meno si tradurrà per questo metallo in una sorta di stabilizzazione dei valori visti negli ultimi dieci giorni di Borsa e riferiti al dollaro.

A breve il Piombo potrebbe scendere sotto 2000 dollari / Ton

Il Piombo metterà fine alla strenua difesa di quota 2mila dollari 3mesi, situazione circostanziata anche dalla debolezza generalizzata del listino LME e appesantita da smobilizzi in chiave speculativa di posizioni aperte in Borsa, soprattutto da utilizzatori, a difendere possibili aumenti di prezzo che potevano verificarsi dopo il Capodanno cinese.

Scenario in cambiamento anche per lo Stagno

Lo scenario sta mutando anche per lo Stagno, che in soli otto giorni è passato da una possibile individuazione del suo massimo relativo, in prossimità e se non oltre i 34mila USD 3mesi, a una collocazione del suo riferimento di Borsa che punterà a mettere in discussine anche la quota dei 31mila dollari.

Rusal avvia la produzione di scandio da usare nelle sue leghe di alluminio

Rusal avvia un impianto pilota per la produzione di ossido di scandio, estraendolo dal fango rosso, un sottoprodotto della raffinazione dell’alluminio.

Rusal, uno dei maggiori produttori mondiali di alluminio, sta realizzando un impianto pilota per la produzione di ossido di scandio con una capacità annua di 1,5 tonnellate.

Lo stabilimento sorgerà presso la fonderia di alluminio di Bogoslovsky, a Krasnoturyinsk, nella regione di Sverdlovsk, e la sua messa in funzione è prevista entro la fine del 2025.

Già nella sua fase sperimentale, il progetto collocherà Rusal tra i principali produttori mondiali di ossido di scandio, contribuendo a un mercato globale che attualmente conta su una produzione annua di circa 20-25 tonnellate.

Una tecnologia innovativa

L’ossido di scandio verrà ricavato dal fango rosso, un sottoprodotto del processo di raffinazione dell’allumina. La tecnologia per l’estrazione di questo raro elemento è stata sviluppata dal Centro di Ingegneria e Tecnologia di Rusal, che ha anche progettato l’intero processo produttivo.

L’investimento nel progetto ammonta a 500 milioni di rubli e, una volta avviata la produzione su scala commerciale, la capacità dell’impianto potrà essere incrementata fino a 19 tonnellate annue.

Lo scandio è un elemento delle terre rare che si trova in concentrazioni microscopiche in diversi minerali, rendendo la sua estrazione complessa e spesso non economicamente sostenibile.

Attualmente, la produzione mondiale di ossido di scandio avviene prevalentemente come sottoprodotto della raffinazione del biossido di titanio o dell’uranio. Rusal, invece, è l’unica azienda al mondo a sviluppare un processo per ottenerlo dal fango rosso, aprendo nuove prospettive per l’industria metallurgica.

Le applicazioni dello scandio

L’ossido di scandio trova la sua principale applicazione nella produzione di celle a combustibile a ossidi solidi, utilizzate per generatori di energia elettrochimici. Tuttavia, è nel settore dei materiali innovativi che questo elemento mostra tutto il suo potenziale.

La multinazionale russa è stata la prima azienda al mondo a sviluppare leghe di alluminio-scandio, riducendo di oltre tre volte il contenuto necessario di questo costoso elemento grazie a un processo di lega innovativo.

Queste leghe sono impiegate nella realizzazione di componenti ultraleggeri per la cantieristica navale civile, la produzione di carrozze ferroviarie e la stampa 3D di protesi ad alta tecnologia. L’aggiunta di scandio migliora significativamente la resistenza delle leghe di alluminio, consentendo una riduzione del peso dei manufatti rispetto alle leghe tradizionali.

Questo vantaggio si rivela cruciale nel settore dei trasporti, dove la riduzione del peso dei veicoli è una delle principali tendenze globali, con effetti positivi in termini di efficienza energetica, riduzione delle emissioni di CO₂ e risparmio di carburante.

Un progetto con benefici ambientali

Oltre ai vantaggi industriali ed economici, la produzione di ossido di scandio secondo la tecnologia sviluppata da Rusal porta con sé importanti benefici ambientali.

Il processo chimico impiegato permette infatti di assorbire notevoli quantità di anidride carbonica: si stima che per ogni chilogrammo di ossido di scandio prodotto vengano sequestrate circa 1,8 tonnellate di CO₂.

Questo contributo alla riduzione delle emissioni si inserisce in una più ampia strategia di sostenibilità perseguita dall’azienda, che punta a valorizzare i sottoprodotti della produzione dell’alluminio minimizzando l’impatto ambientale.

Metalli rari e minerali critici al centro della politica mondiale. Cosa c’è dietro?

Quali sono le vere implicazioni dell’accordo (per il momento saltato) tra Ucraina e Stati Uniti sui minerali e perché la sfida non è trovare giacimenti, ma estrarli e trasformarli in metalli commerciabili?

Dopo l’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy e il presidente statunitense Donald Trump per firmare un accordo sui minerali tra i due paesi, si è scatenato un grande fragore mediatico per lo scontro verbale tra i due presidenti.

Di conseguenza, quasi tutti hanno perso di vista l’obbiettivo dell’incontro e, cioè, un’intesa sulle risorse minerarie dell’Ucraina.

In teoria si tratta di un business incentrato sulle terre rare, anche se nessuno si era reso conto che l’Ucraina non ha quasi nessuno dei 17 metalli che rientrano nella categoria delle terre rare.

Tanto è vero che, come riporta Reuters, la bozza del testo sul proposto Fondo di investimento per la ricostruzione fa semplicemente riferimento a “giacimenti di minerali, idrocarburi, petrolio e gas “.

Cosa si nasconde sotto la superficie dell’Ucraina?

Il punto centrale della questione, che a molti sfugge, è che la vera sfida sta nell’estrazione e nella lavorazione delle risorse. Trovare giacimenti minerali è la parte più semplice, ma estrarli e trasformarli in metalli utilizzabili è un processo ben più complesso.

L’accordo che doveva stipulare l’Ucraina con gli Stati Uniti rappresenta un segnale inequivocabile che, dopo un secolo dominato dalla politica petrolifera, il mondo sta entrando in una nuova era di politica metallurgica.

Tuttavia, la portata delle risorse ucraine resta in gran parte sconosciuta. Lo US Geological Survey (USGS) non include il paese tra i principali produttori o detentori di riserve di terre rare e i pochi giacimenti noti risalgono ancora ai tempi dell’Unione Sovietica.

Ricchezze molto difficili da sfruttare

Dal punto di vista minerario, l’Ucraina non dispone di dati aggiornati sulla dimensione e sulla composizione delle proprie risorse, né è chiaro se queste possano essere considerate riserve economicamente sfruttabili. Accanto alle terre rare, il paese possiede riserve confermate di titanio e litio, due metalli fondamentali per le moderne tecnologie.

Tuttavia, l’estrazione è complicata dalla scarsità di infrastrutture ed energia, conseguenze dirette di tre anni di conflitto.

Anche ipotizzando che i giacimenti possano essere sfruttati in modo redditizio, resta il nodo cruciale della trasformazione delle materie prime in metalli commerciabili. Qui entra in gioco la Cina, leader indiscusso nel settore: la sua supremazia non è dovuta alle riserve minerarie, ma al dominio delle tecnologie di lavorazione intermedie, il vero collo di bottiglia delle filiere produttive globali.

Le nuove regole del gioco

La crescente importanza delle risorse minerarie non è una mera questione industriale, ma una vera e propria rivoluzione. Se un telefono fisso del XX secolo aveva bisogno solo di rame, un moderno smartphone richiede un assortimento di materiali ben più ampio: alluminio, cobalto, oro, litio, stagno, tungsteno e terre rare.

Lo stesso vale per le tecnologie avanzate, come i caccia Stealth F-35, che impiegano combinazioni sempre più sofisticate di metalli, avvicinando la metallurgia moderna alla chimica inorganica.

Un esempio emblematico è la batteria agli ioni di litio, che ha rivoluzionato il settore della mobilità elettrica. La prima batteria commerciale di questo tipo è stata introdotta solo nel 1991, ma da allora la tecnologia è evoluta rapidamente, spingendo l’Occidente a correre ai ripari per assicurarsi una catena di approvvigionamento indipendente.

La diplomazia dei metalli

I metalli critici sono ormai una valuta geopolitica. Donald Trump, durante la sua presidenza, ha dichiarato i minerali strategici un’emergenza nazionale e ha tentato di accaparrarsi risorse anche in Groenlandia. Nel frattempo, Vladimir Putin ha rilanciato, evidenziando le vaste riserve russe di terre rare e offrendo alluminio primario e metalli rari agli Stati Uniti in un gioco diplomatico dalle forti implicazioni economiche.

Un caso simile a quello ucraino è rappresentato dalla Repubblica Democratica del Congo, che ha proposto un accordo per ottenere assistenza occidentale in cambio di forniture di cobalto, essenziale per la produzione di batterie.

Questa è la nuova era della diplomazia dei metalli.

Nei prossimi anni, sempre più elementi della tavola periodica diventeranno protagonisti delle strategie globali, anche se già oggi li utilizziamo quotidianamente senza rendercene conto.

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METALWEEK: MetalWeek

METALLI RARI: https://www.metallirari.com/rusal-avvia-produzione-scandio-usare-leghe-alluminio/

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