Buongiorno,
Condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.
La contingenza dell’ottava corta al LME determinerà una situazione di generale rialzo del listino degli “industriali”
Il quadro d’insieme emerso nel corso dell’ultima settimana di Borsa evidenzia il perdurare di uno stato di marcata instabilità nella determinazione dei prezzi dei metalli industriali.
La giornata festiva nel Regno Unito del 6 maggio determinerà, a seguire, anche la consueta turbolenza delle “ottave corte”, con prospettiva di replica il giorno 27 del mese corrente, dove alla piazza londinese si aggiungeranno anche quelle statunitensi.
Gli arretramenti dei prezzi USD 3mesi visti nell’ultima settimana non sono certo correlabili alla esigua variazione dell’indice LMEX, sceso di mezzo punto percentuale rispetto al riferimento periodico precedente.
Ribassi diffusi ma correzione rialzista finale per il Rame
Il Rame si è posto alla testa di una serie di ribassi diffusi, che fino a giovedì 2 maggio hanno interessato il complesso del listino LME, per poi mettersi a capo di una correzione rialzista avvenuta nel corso dell’ultima seduta settimanale, sentimento che sarà sicuramente presente anche nelle giornate a venire.
La soglia dei 10mila dollari 3mesi potrebbe essere il rinnovato obiettivo del Rame, questo in considerazione del sostanziale riposizionamento che ha avuto il metallo all’indomani del minimo relativo evidenziato dal varco verso il basso della linea dei 9800 USD di giovedì.
Zinco approfitta della risalita?
Lo Zinco potrebbe approfittare della diffusa situazione di risalita generale dei prezzi, facendolo da una posizione di vantaggio, in quanto la sua flessione al LME è stata poca cosa rispetto a quelle fatte vedere dagli altri metalli negli ultimi otto giorni.
Le Leghe, Ottone e Zama
Le leghe a base di Rame e Zinco saranno inevitabilmente condizionate nella definizione dei loro prezzi dagli andamenti LME dei due elementi di riferimento e quindi per Ottone e Zama si prospetteranno dei valori più alti degli attuali al termine di questa settimana.
Gli utilizzatori finali stanno determinando la frenata dell’Alluminio
La flessione dell’1,5% su base ottava dell’Alluminio non rappresenta solamente un elemento statistico, ma anche un aspetto di quanto sia sempre più determinante in Borsa il giudizio di merito degli utilizzatori diretti, che hanno dato un verdetto negativo alla spinta rialzista oltre la soglia dei 2600 dollari 3mesi.
Nichel, metallo con un mercato con connotazioni positive
Una situazione con connotazioni opposte è invece quella che riguarda il Nichel, dove la discesa sotto la linea dei 19mila USD viene al momento catalogata come un incidente di percorso, più determinato dalla contingenza venutasi a creare in Borsa che dalle dirette implicazioni di mercato che restano positive per questo metallo.
Momentaneo arretramento del Piombo
Le giornate di fermo produttivo in Cina per la ricorrenza del Primo Maggio hanno pesato notevolmente sulla quotazione LME del Piombo, limitando a questo evento il motivo del suo momentaneo arretramento su base settimanale.
Opaca settimana anche per lo Stagno
L’opaca settimana dello Stagno rappresenterà un’occasione persa per gli utilizzatori che hanno voluto temporeggiare negli acquisti di questa materia prima, al contrario per quelli più attivi e attenti la possibilità di riassortire le scorte a delle quotazioni molto vicine a quelle della prima decade di aprile.
UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA
Le sanzioni contro i metalli russi favoriranno i produttori di alluminio del Golfo
I produttori di alluminio del Golfo Persico (i GCC) beneficeranno di un significativo incremento delle esportazioni grazie al divieto statunitense e inglese per i metalli russi.
Sul mercato delle materie prime, le nuove sanzioni degli Stati Uniti e del Regno Unito che hanno vietato il commercio di alluminio, rame e nichel russi sulle borse globali dei metalli stanno producendo effetti a cascata, penalizzando alcuni paesi e favorendone altri.
Nel caso dell’alluminio, tra i paesi che ne trarranno un beneficio ci sono 6 paesi del Golfo Persico (GCC). Ricordiamo che i GCC, ovvero i paesi membri del Gulf Cooperation Council, comprendono Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
I paesi GCC producono più di 6 milioni di tonnellate all’anno
Saranno infatti i produttori di alluminio del GCC che, secondo gli analisti, potranno incrementare le esportazioni verso i mercati statunitense ed europeo. I paesi del GCC sono importanti produttore di primario, con una produzione totale di 6,08 milioni di tonnellate (circa il 9% della produzione globale totale nel 2023).
Tra questi paesi, sono gli Emirati Arabi Uniti (EAU) a far la parte del leone, con il 44% della produzione della regione. Gli Emirati Arabi Uniti sono il quinto produttore di alluminio al mondo dopo Cina, India, Russia e Canada, con il Bahrein al sesto posto.
Nuove quote di mercato in Europa per i paesi del Golfo
Secondo CRU Group, grazie alle nuove sanzioni contro la Russia, ci sono grandi opportunità per i produttori del GCC per guadagnare nuove quote di mercato in Europa occidentale e negli Stati Uniti.
Tuttavia, è importante notare che la capacità dei produttori del GCC di sfruttare questa opportunità dipenderà dalla loro capacità produttiva e dai problemi logistici che si troveranno ad affrontare.
Ricordiamo che all’inizio di aprile, Stati Uniti e Regno Unito hanno introdotto due nuovi divieti sulle importazioni di alluminio, rame e nichel, limitando anche il commercio dei metalli al London Metal Exchange (LME) e al Chicago Mercantile Exchange (CME).
Anche prima di questi divieti le esportazioni russe di alluminio erano in calo per le auto sanzioni da parte di alcuni consumatori.
Infatti, nel 2023, le esportazioni russe sono diminuite del 45% rispetto al 2021, mentre le esportazioni degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein nello stesso periodo sono aumentate rispettivamente del 26% e del 15%.
APPROFONDIMENTO
Transizione energetica e metalli: il connubio che piace ai traders, meno ai produttori
Un’analisi di McKinsey per capire come si svilupperanno i mercati dei metalli e delle materie prime nei prossimi anni, inestricabilmente connessi alla transizione energetica.
In questo secolo le materie prime assumeranno un’importanza sempre maggiore, ma diventeranno ancora più volatili. La causa di tanta volatilità è la crescente interconnessione dei mercati delle commodities (i metalli in primo luogo) e dell’energia.
Proprio questa interconnessione, secondo McKinsey, sarà la chiave per capire i futuri sviluppi delle materie prime. Come ben descrive l’ultimo report della società di consulenza strategica, in tempi di incertezza il commercio di materie prime assume un ruolo critico.
La transizione energetica altera gli equilibri tra la domanda e l’offerta di commodities
Come sanno bene tutti gli operatori del settore, negli ultimi anni, i mercati delle materie prime hanno registrato una rapida crescita. Ci sono molteplici fattori chiave alla base di questo fenomeno: eventi a breve termine come il COVID, la crisi di tutta la filiera commerciale e logistica oltre alla guerra tra Ucraina e Russia.
Ma, come accennato, il più grande fattore di volatilità è la transizione energetica.
La transizione energetica ha fondamentalmente due tipi di impatto sulle commodities. In primo luogo, connette tra loro tutte le materie prime e tutti gli operatori che ci lavorano. In secondo luogo, altera contemporaneamente gli equilibri tra domanda e offerta di tutte le materie prime, generando volatilità.
Per McKinsey, questa volatilità è destinata a durare visto che è generata da un cambiamento strutturale come la transizione energetica. Pur sperando che possa diventare leggermente inferiore a quella che abbiamo visto negli ultimi due anni, sarà comunque superiore a quella che abbiamo visto nell’ultimo decennio.
La buona notizia è che ci sarà di più da guadagnare per i traders
Tutto ciò comporta anche un aumento del valore aggiunto per chi commercia materie prime e ogni organizzazione che produce o acquista grandi quantità sta pensando a come creare e ottimizzare le proprie attività commerciali.
I grandi traders internazionali stanno cercando di utilizzare strumenti sempre più sofisticati per conquistare una maggiore quota di mercato. Inoltre, anche chi non fa parte del gioco, sta studiando come entrarne a far parte.
McKinsey prevede che un numero maggiore di operatori entrerà nel mercato e vedremo aumentare i volumi in tutti i mercati negoziati (le borse). Molte nuove classi di asset stanno entrando nei mercati negoziati, dai metalli della transizione energetica come litio e cobalto, alle materie prime energetiche come il GNL, l’idrogeno o l’ammoniaca, solo per fare qualche esempio.
La cattiva notizia è che la vita dei produttori si complicherà
Naturalmente, i traders stanno cercando di trarre vantaggio dalla transizione energetica, cosa che dovrebbe anche apportare benefici alla transizione stessa.
Capire tempestivamente come si muoveranno i prezzi in tutto il mondo e portare materie prime dove c’è più richiesta è il lavoro dei traders e il modo con cui possono trarre vantaggio da un’alta volatilità.
Tempi d’oro per i traders e tempi molto difficili per i produttori di fisico, a meno che quest’ultimi non riescano a cambiare radicalmente le proprie politiche di approvvigionamento, ammesso e non concesso che sia sempre possibile.
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METALWEEK: https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE240506.html
METALLI RARI: https://www.metallirari.com/sanzioni-contro-metalli-russi-favoriranno-produttori-alluminio-golfo/
METALLI RARI: https://www.metallirari.com/transizione-energetica-metalli-connubio-piace-traders-meno-produttori/
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