Buongiorno,
Condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.
Una situazione surreale che non può portare a nessun commento specifico su quello che sta avvenendo al LME, importante è comunque intercettare i flebili segnali di cambio di tendenza che su alcuni metalli iniziano ad essere presenti.
Una parola, punto, che può assumere diversi significati, ma che molto spesso indica un momento di svolta o di ravvedimento dalle situazioni presenti in un determinato contesto e da diverso tempo.
Il “punto” che più interessa il mondo dei metalli industriali quotati al LME è quello di dare il giusto peso alla situazione d’indirizzo attuale delle quotazioni di Borsa ormai in uno stato d’incertezza da numerose settimane e acuite dalle recenti notizie provenienti da Washington e più precisamente dalla Casa Bianca.
La ridotta probabilità che qualcuno sia in grado di valutare il reale effetto della portata dell’azione protezionistica messa in atto da Donald Trump, più che dalla compagine governativa, sta spingendo molti analisti finanziari a delineare un quadro fatto di troppe congetture e dove la realtà degli eventi, porta a tutt’altre manifestazioni, tra esse la più rilevante e tangibile è risultata la nuova collocazione del valore del dollaro USD rispetto alle principali valute, euro compreso.
Una rapidità di adeguamenti che fanno sicuramente impallidire le velocità dei tanto famigerati e purtroppo temuti vettori ipersonici che trasportano le testate di varia natura dalle convenzionali alle atomiche e che rendono inutili i sistemi di difesa missilistici attualmente in dotazione agli eserciti più potenti e tecnologici.
Una velocità di adeguamento dei valori di cambio che in meno di 48 ore ha portato l’euro a ricollocarsi alla quotazione di dodici mesi fa e che per una pura combinazione di circostanze, risulta essere il miglioramento dell’incrocio con il dollaro, in prossimità del 2%, anche nell’arco temporale degli ultimi otto giorni.
I prezzi del listino LME non miglioreranno in forma omogenea, ma già nelle battute finali di una delle settimane più complesse viste di recente a Londra alcuni metalli hanno dato dei vaghi segnali di miglioramento rispetto alle situazioni maturate, come lo Zinco, il Nichel e lo Stagno, mentre risultano ancora in forte difficoltà i posizionamenti riferiti a Rame, Alluminio e Piombo.
Un segnale di forte instabilità che conferma quanto già evidenziato nelle ultime settimane e ancora prima della anomalia di metodo e di applicazione della politica daziaria statunitense, con andamenti discontinui e poco riconducibili in forma univoca agli indirizzi di tendenza dei metalli inseriti nel listino del London Metal Exchange.
UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Alluminio: i nuovi piani cinesi ridisegnano gli equilibri di mercato globali.
È un momento cruciale per il mercato dell’alluminio visto che la Cina sta ridisegnando la mappa dell’offerta di metallo.
In un periodo in cui gli analisti prevedono un aumento della domanda globale di alluminio, in Cina sta accadendo qualcosa che potrebbe avere un impatto significativo sia sulla domanda globale che sui consumi interni del paese.
Il settore dell’alluminio cinese si trova a un punto di svolta, mentre la produzione si avvicina al limite annuale di 45 milioni di tonnellate imposto dal governo. Questo tetto è stato fissato per affrontare il problema della sovracapacità e ridurre le emissioni.
Nonostante ciò, la Cina ha recentemente presentato un nuovo piano per il settore, delineando obiettivi “ambiziosi” per il futuro.
La Cina vuole mantenere la leadership mondiale
Gli esperti del settore sanno bene che ogni mossa della Cina nel campo dei metalli e dei minerali può avere ripercussioni globali. Il paese è il più grande produttore e uno dei maggiori consumatori di alluminio al mondo, con una produzione annua di circa 43 milioni di tonnellate.
Per questo motivo, il nuovo rapporto del Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT) ha suscitato un’attenzione particolare tra gli analisti, che cercano di comprenderne le possibili conseguenze per l’alluminio e la bauxite, il minerale da cui si ricava l’allumina.
Sebbene sia ancora presto per prevedere con certezza gli effetti del nuovo piano, alcuni esperti ritengono che possa servire a snellire l’industria e a spingere verso una produzione più ecologica.
Il nuovo piano cinese per il settore dell’alluminio
Il nuovo piano cinese sottolinea la necessità di una produzione più sostenibile e resiliente, migliorando la sicurezza della catena di approvvigionamento dell’alluminio.
Tra gli obiettivi chiave si segnalano:
Aumento dell’efficienza energetica nella produzione di alluminio elettrolitico al 30%.
Incremento dell’uso di energia pulita fino ad almeno il 30%.
Miglioramento del riciclo dei fanghi rossi oltre il 15%.
Un altro punto fondamentale riguarda l’innovazione tecnologica nel settore della fusione a basse emissioni di carbonio e nella lavorazione di precisione. La Cina punta a stabilire un modello di sviluppo di alta qualità entro il 2035, con l’obbiettivo di mantenere la sua posizione di leader mondiale.
La corsa alla bauxite
L’attuale mercato dell’alluminio è caratterizzato da una crescente competizione per l’approvvigionamento di bauxite di alta qualità. Anche la Cina ha aumentato significativamente le importazioni di questo minerale, con un incremento del 20% nei primi nove mesi del 2024 rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati di S&P Global, la dipendenza di Pechino dalle importazioni di bauxite si attesta attorno al 57%, con la maggior parte delle forniture provenienti dalla Guinea.
Tuttavia, le interruzioni nella catena di approvvigionamento e la riduzione delle esportazioni da parte di altri fornitori, come l’Australia, stanno costringendo la Cina e il resto del mondo a cercare nuove fonti di bauxite.
Nel frattempo, il prezzo del minerale guineano è salito del 50% negli ultimi due anni, raggiungendo i 75 dollari per tonnellata, mentre quello australiano è aumentato del 60%, attestandosi a 55 dollari per tonnellata.
Ci saranno impatti significativi sul mercato globale
La riduzione della produzione di alluminio, l’eliminazione degli sgravi fiscali sulle esportazioni e altri fattori porteranno inevitabilmente a un calo delle esportazioni cinesi nel breve periodo.
Ciò potrebbe avere un impatto negativo sui prezzi dell’alluminio a livello globale. Tuttavia, il nuovo piano cinese mira a riorganizzare il settore puntando su una produzione più pulita e su materie prime di qualità superiore.
Tra le iniziative chiave, la Cina intende ridurre la dipendenza dalla bauxite aumentando il riciclo dell’alluminio di 15 milioni di tonnellate. Inoltre, gli investimenti in tecnologie per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni giocheranno un ruolo cruciale nella strategia di lungo termine.
Non si tratta solo di produrre alluminio più sostenibile, ma anche di consolidare il primato della Cina nel mercato globale, garantendo una produzione più ecologica ed efficiente.
APPROFONDIMENTO

Previsioni ribassiste su alluminio e rame. Ci attende un’ondata di instabilità
Bank of America lancia l’allarme: in arrivo una nuova ondata di volatilità nei mercati dei metalli a causa delle tensioni commerciali globali e dell’incertezza sulle politiche tariffarie. Riviste al ribasso le previsioni per rame, alluminio e carbone.
Come si dice in questi casi, allacciate le cinture di sicurezza! Bank of America (BofA) ha lanciato un chiaro segnale d’allarme agli investitori riguardo all’instabilità sul mercato dei metalli destinata ad aumentare. Inoltre, ha rivisto al ribasso le proprie previsioni sui prezzi dei metalli per il 2025.
In una nota diffusa nei giorni scorsi, gli strateghi dell’istituto statunitense hanno sottolineato come l’attuale clima di tensioni commerciali globali, in particolare i dazi imposti dagli Stati Uniti e le conseguenti reazioni da parte di Cina e Unione Europea, stia creando un ambiente fortemente incerto.
“Regna la volatilità mentre cambiano le regole”, si legge nella nota. Il riferimento è ai mutamenti rapidi nelle politiche commerciali e tariffarie che stanno rendendo i mercati dei metalli sempre più imprevedibili.
Tagli alle previsioni sui prezzi di alluminio e rame
Nel dettaglio, BofA ha abbassato del 6% le sue stime sul prezzo del rame per il 2025, portandole a 8.867 dollari per tonnellata. Riviste al ribasso anche le previsioni per l’alluminio, penalizzato da un rallentamento della crescita globale e dal possibile rafforzamento del dollaro americano.
Anche le stime sul carbone sono state corrette verso il basso, mentre il ferro ha visto un leggero miglioramento grazie a fondamentali più solidi.
Sul fronte dei metalli preziosi, l’oro rappresenta una nota positiva: le incertezze macroeconomiche e la ricerca di beni rifugio da parte degli investitori hanno spinto BofA ad alzare le sue previsioni sul metallo giallo.
L’effetto dei dazi e il ruolo della Cina
L’outlook della banca arriva in un momento in cui l’amministrazione Trump ha intensificato le misure protezionistiche, suscitando forti reazioni da parte di Pechino e Bruxelles.
“Riteniamo che i dazi siano dannosi sia per i consumatori sia per l’industria” ha sottolineato BofA.
E sebbene la deregolamentazione e i tagli fiscali possano temporaneamente sostenere la crescita statunitense, la banca avverte che queste misure difficilmente compenseranno il calo della domanda globale.
Per quanto riguarda la Cina, il sentiment sui mercati azionari è migliorato, ma i dati macroeconomici restano altalenanti.
Gli analisti economici di BofA hanno confermato la previsione di crescita del PIL al 4,5% per il 2025, ma hanno evidenziato i rischi a breve termine legati agli shock derivanti dai dazi.
Tuttavia, non si esclude uno scenario alternativo in cui Pechino potrebbe dimostrare maggiore vitalità economica grazie a politiche anticicliche flessibili.
Opportunità e rischi nel lungo periodo
Nel medio-lungo termine, BofA continua a intravedere potenzialità nei metalli, soprattutto in relazione ai trend di decarbonizzazione e alla crescita dei mercati emergenti, con un’attenzione particolare rivolta all’India.
L’istituto però mette in guardia: sono ancora possibili flessioni temporanee del 10-20%.
Tra i titoli azionari a grande capitalizzazione, Bank of America segnala BHP e Rio Tinto come scelte interessanti, grazie alla loro esposizione al rame e alla diversificazione che include litio e alluminio.
In un contesto in continua evoluzione, la bussola per orientarsi nei mercati dei metalli sembra puntare più che mai sulla cautela.
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