Buongiorno,

anche questa settimana, i temi dominanti alla Borsa metalli di Londra sono sempre gli stessi, con una tendenza al peggioramento. Con il passare delle settimane i fenomeni crescono d’intensità nella loro manifestazione negativa, a cominciare dal costante deprezzamento dell’euro, che oltre a ridurre la portata delle diminuzioni dei prezzi degli “industriali”, che sono rapportati al dollaro, determina un maggiore esborso di denaro per gli utilizzatori locali di metalli e leghe nella loro fase di acquisto.

LME WEEK

◾ L’evento “LME week”, a meno di un mese dal suo svolgimento (dal 24 al 28 Ottobre), potrebbe non sortire il consueto effetto volano per le quotazioni del listino, con gli operatori che dovranno fare i conti con i tassi di interesse sempre più esosi, frenando così l’eccesso di disinvoltura di molti trader nel corso del simposio londinese, come avvenne lo scorso anno.

PREZZI E CONGIUNTURA

◾ I prezzi dei metalli risultano sempre più appesantiti dalla situazione congiunturale mondiale, andando ad abbassare, settimana dopo settimana, i riferimenti in dollari, il tutto evidenziato dall’ulteriore contrazione dell’indice LMEX, sceso negli ultimi otto giorni di oltre il 4%, portando la variazione negativa su base annua al 18.5%.

◾ La situazione percepita dagli utilizzatori dell’eurozona risulta però differente, con il vantaggio che si riduce a meno di un quarto dell’ampiezza del dato, per via del deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, che negli ultimi dodici mesi è stato del 16% circa.

RAME MAGGIOR RIBASSO

◾ La seduta conclusiva della settimana scorsa è stata l’ennesima ad avere un decorso complesso, con tutti i metalli riportare dei consistenti storni nei riferimenti USD 3mesi. Il Rame è quello che ha fatto registrare la maggiore entità di storno al ribasso, portando la variazione settimanale a meno 4.7% nel valore in dollari. Nella settimana non si prevedono significativi cambi di tendenza, con il “metallo rosso” pronto a far parlare di sé per ulteriori diminuzioni.

ZINCO CON ANDAMENTO SIMILE AL RAME

◾ Lo Zinco seguirà un andamento simile a quello del Rame, soprattutto in funzione anche del “sentiment” che aleggia attualmente in Borsa. Le leghe, visto che si è parlato dei due principali metalli in ottica Ottone e Zama, non potranno che seguire andamenti di prezzo con indirizzi ribassisti, quantificabili in oltre 150 Euro/tonnellata per il primo e quasi di 100 per la seconda.

ALLUMINIO DOMANDA CONTENUTA

◾ Le aspettative sull’Alluminio non saranno differenti rispetto a quelle che nel complesso riguarderanno il listino degli “industriali” fin qui preso in esame. La domanda di metallo resta alquanto contenuta, frutto di una situazione ordini non certo idilliaca da parte del comparto manifatturiero, che giudica ancora eccessivo l’attuale livello della quotazione LME per poter procedere a degli acquisti cautelativi di materia prima, in particolare i pani di “primario” e di “secondario”.

ANCHE PER IL NICHEL FINE DEL RALLY

◾ Il Nichel ha corretto al ribasso la sua linea di tendenza, che lo aveva visto progredire nelle ultime due ottave. L’effetto generalizzato dei ribassi sugli altri metalli ha intaccato il Nichel, il cui storno di quotazione è stato di quasi il 5% nel riferimento USD 3mesi, valore sul quale domanda e offerta non dovrebbero trovare eccessive difficoltà a chiudere gli scambi e questo per tutta la serie delle sedute settimanali al LME.

PIOMBO SENZA FRENI

◾ La caduta del Piombo ormai non ha più freni, chiudendo l’ottava a ridosso dei 1800 USD 3mesi, un livello che il metallo non toccava più da oltre 12 mesi, soglia che nel corso della settimana varcherà sicuramente al ribasso.

STAGNO PRONTO AL RIALZO ?

◾ Il dato più interessante per lo Stagno è quello della drastica riduzione della “backwardation”, ora sotto i 20 USD/tonnellata, quando fino a qualche seduta fa, si aggirava oltre i 150. Le quotazioni “settlement” e 3mesi ora sono sostanzialmente allineate, elemento per il quale potrebbe crescere l’interesse all’acquisto da parte di molti utilizzatori di Stagno, con ricadute positive anche sul Bronzo.

FATTORE CORRETTIVO “CONTRIBUTO ENERGIA”

◾ L’elenco delle riduzioni, dei prezzi degli “industriali” e delle leghe, rappresenta comunque un aspetto di pura rendicontazione fine a sé stessa, tutti questi dati necessitano del fattore correttivo relativo al “contributo energia”, che in molti casi supera le entità delle diminuzioni rilevate alla Borsa LME di diversi punti percentuali.

UN CONSIGLIO PER UNA DIFESA EFFICACE

◾ Una difesa efficace a questo stillicidio di aumenti, in molti casi opinabili nella loro determinazione, applicati dai produttori di semilavorati, è il contributo di rimborso che Kairos Management-MetalWeek™ mette a disposizione delle Aziende che hanno aderito a tale progetto. Nel corso dell’ultima settimana la riduzione operata sul costo del “caro energia” ha toccato i 120 Euro / MWh.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Norsk Hydro taglia la produzione di alluminio di oltre 100mila ton.

🔸 Troppe incertezze, economia europea in recessione, mercato energetico fuori controllo e un calo della domanda di prodotti di alluminio in Europa, sono motivi più che sufficienti per convincere anche un gigante come Norsk Hydro a tagliare la produzione di due dei suoi stabilimenti norvegesi. Come riporta Reuters, la multinazionale norvegese ha dichiarato questa settimana che ridurrà la produzione di primario nei suoi stabilimenti di Karmoey e di Husnes, in Norvegia.

🔸 Di fatto, considerando anche la capacità produttiva in manutenzione che non verrà riavviata, si tratta di una quantità annuale compresa tra le 110mila e le 130mila tonnellate di primario che scomparirà dal mercato. Gli impianti norvegesi di Hydro, nel complesso, hanno una capacità di poco più di 1 milione di tonnellate di alluminio all’anno.

🔸 Secondo Norsk Hydro, l’economia in Europa si trova in una situazione straordinaria, con il 50% della capacità di produzione di primario già ridotta nel corso dell’ultimo anno. Inoltre, il recente calo della domanda sta causando un accumulo di scorte che ha costretto l’azienda ad agire con fermezza e decisione.

Nel lungo termine, la domanda di alluminio crescerà

🔸 Se in calce a questa ennesima brutta notizia per il settore dell’alluminio europeo qualcuno vuole leggere una nota positiva, Hydro afferma anche che le tendenze di mercato a lungo termine rimarranno positive a causa della crescente necessità di alluminio a sostegno della transizione verde in Europa. Un concetto che, tradotto in parole povere, significa che la domanda di alluminio risorgerà nel lungo termine, ma non saranno molte le aziende europee ancora in piedi per poterlo raccontare.

ALUMINIUM DUNKERQUE BENEFICERÀ DI AIUTI DI STATO DA 40 A 50 MILIONI DI EURO

🔸 Aluminium Dunkerque beneficerà di un importante impulso da parte dello Stato. Roland Lescure, ministro delegato per l’Industria, in visita a Dunkerque giovedì, ha annunciato che la società beneficerà di 40-50 milioni di euro per aiutarli a riprendere la loro attività, nonostante il costo dell’energia.
Quest’ultimo ha ricordato che negli ultimi mesi era stato lanciato un fondo di resilienza, ma che non era molto adatto alla situazione delle imprese.
La fonderia di alluminio primario aveva annunciato, all’inizio di settembre, di ridurre la sua produzione di oltre il 20% fino alla fine dell’anno, a fronte dell’impennata delle bollette energetiche.

EUROPA E CINA, DUE MONDI A CONFRONTO

🔸 L’alluminio ha una grande importanza strategica per l’Europa, infatti si tratta di un metallo che trova impiego in qualsiasi cosa, dalle automobili agli imballaggi fino alle energie rinnovabili. In mezzo ad una drammatica crisi energetica che sta travolgendo il Vecchio Continente, costringendo alla chiusura di molte fonderie di alluminio, i consumatori guardano alla Cina per soddisfare le proprie esigenze di fornitura. Anche perché, di fatto, non hanno molte altre opzioni, visto che i primaristi continuano a tagliare la produzione in Europa, come abbiamo visto dalle notizie precedenti.

🔸 Restrizioni e problemi di approvvigionamento di gas ed elettricità, hanno portato a forti aumenti dei prezzi e hanno fatto crescere i dubbi sulla sostenibilità dell’offerta nel prossimo futuro. La lista dei primaristi che stanno riducendo la produzione in Europa si allunga sempre di più man mano che i giorni passano : AlcoaAldelAlroTalumTrimetLibertyUnipromNork Hydro, etc. etc.

🔸 In Cina, invece, la situazione è migliore, anche se non in misura così netta come qualcuno potrebbe credere. In ogni caso, il gigante asiatico rimane il punto di riferimento per le forniture di alluminio e acciaio in Europa. La Cina produce di più e importa di meno.

🔸 Le importazioni cinesi di alluminio hanno continuato a diminuire ad agosto (-19% rispetto all’anno precedente), così come era successo a luglio. Si tratta di un calo provocato dalla produzione interna record e dalla scarsa offerta dell’estero. Ad agosto la Cina ha importato 200.440 tonnellate di alluminio greggio e prodotti, mentre ha prodotto 3,51 milioni di tonnellate, una quantità record.

🔸 Naturalmente, questa situazione continua a incidere sui prezzi dell’alluminio. Al London Metal Exchange (LMEi prezzi oscillano tra 2.350 e 2.450 dollari per tonnellata, livelli decisamente più bassi rispetto ai massimi di 3.877,50 dollari di marzo di quest’anno.

🔸 Alcuni analisti, per il 2023, prevedono prezzi dell’alluminio tra 2.600 e 2.650 dollari per tonnellata.

Moody’s: crollo della crescita globale e prezzi dei metalli più deboli



🔴 Nei prossimi 12 mesi il rallentamento economico globale e l’indebolimento della domanda penalizzeranno acciaio, alluminio, rame, oro e argento. La società di rating Moody’s Investors Service, ha reso pubbliche le conclusioni delle sue analisi circa le prospettive di prezzo per un paniere di metalli e materie prime minerarie.

🔴 Moody’s concentra l’attenzione sulla Cina, uno dei principali consumatori di metalli di base, carbone e minerale di ferro, nonché il più grande produttore di acciaio a livello globale. I problemi partono proprio dal gigante asiatico dove un rallentamento della crescita economica ridurrebbe la domanda nel settore dei metalli e nel settore minerario.

Acciaio, alluminio e rame ribasseranno ma non crolleranno

🔴 Per Moody’s i prezzi di acciaioalluminiorame ribasseranno su un orizzonte temporale di 12 mesi, anche se rimarranno su livelli storicamente elevati a causa di un’offerta che non è stata al passo con la domanda negli ultimi due anni (cosa che riguarda anche nichel e zinco) e per i tanti problemi delle catene di approvvigionamento.

🔴 Nel caso del ferroMoody’s prevede prezzi che scenderanno fino a toccare il costo di produzione dei produttori meno efficienti, provocando tagli dell’offerta che potrebbero aiutare a riequilibrare il mercato.

Non è conveniente detenere oro e argento

🔴 Per quanto riguarda i metalli preziosi, l’oro in particolare, l’aumento dei tassi di interesse e dei rendimenti obbligazionari rende sempre meno conveniente detenere oro (che non produce interessi) e, di conseguenza, il suo valore sui mercati si ridurrà. Lo stesso discorso vale per l’argento, che dovrà affrontare nei prossimi mesi una pressione verso il basso come l’oro.

🔴 A completamento del quadro, Moody’s è pessimista circa l’economia globale. Nel 2002 la crescita economica dei G20 (i cosiddetti paesi industrializzati) sarà del 2,5% e del 2,1% nel 2023. Un vero e proprio crollo rispetto alla crescita del 5,9% nel 2021.

LINK UTILI PER APPROFONDIRE

METALLI RARI : Norsk Hydro taglia la produzione di alluminio di oltre 100mila ton (metallirari.com)

METALLI RARI : 2 facce nelle forniture globali di alluminio: Europa (giù) e Cina (su) (metallirari.com)

METALLI RARI : Moody’s: crollo della crescita globale e prezzi dei metalli più deboli (metallirari.com)

BENOIT VERREAULT : https://lnkd.in/eFxkmcnm

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