Buongiorno,
nelle nuove dinamiche di variabilità dei prezzi gli indicatori tradizionali di tendenza risultano sempre meno efficaci in un contesto di Borsa sempre più in mano agli utilizzatori.
La velocità è un fattore che deve entrare nelle logiche decisionali di chi oggi e nel prossimo futuro, dovrà pianificare le proprie azioni di intervento di acquisto o vendita di metalli industriali. Il lasso di tempo per generare una decisione sul movimento di una partita di metallo o lega è generalmente lungo. Una sommatoria di ore o giorni che quasi sempre mina l’efficacia dell’azione intrapresa essendo poi essa stessa tardiva e quindi inappropriata.
L’evidenza di quanto appena asserito è ciò che è avvenuto in questo primo frangente del mese di novembre alla Borsa LME. L’indice LMEX in questi casi ci aiuta a rendere in modo estremamente chiaro, con la semplicità dei numeri, quanto è accaduto nelle ultime settimane.
Il mese di novembre ha visto la base di indice iniziale a quota 3.600 punti per poi andare a quasi 4.000 dieci giorni fa e chiudere a quota 3.800 l’ultima ottava. Un’escursione complessiva che nella quantificazione “a modulo di numero” va oltre i 600 punti di indice e quindi tutti riconducibili sui prezzi in Dollari dei metalli che compongono il listino LME.
Gli utilizzatori devono necessariamente realizzare che ormai da lunghissimo tempo sono i soli arbitri dei destini dei prezzi degli “industriali” impiegati nei rispettivi processi produttivi e che le derive che prendono le quotazioni dei metalli sono generate da loro stessi; quello che è accaduto a Rame e Nichel negli ultimi giorni è sotto gli occhi di tutti.
Importante ribasso del Rame
L’importante escursione al ribasso del prezzo 3mesi del Rame è prossima al suo totale compimento. La cospicua dismissione di posizioni “lunghe” ha riportato il prezzo del metallo al livello di una decina di sedute fa rispetto al calendario LME. L’attuale quotazione del Rame non dovrà essere vista come l’avvio di una nuova fase ribassista, bensì un punto di snodo fondamentale per una ripresa del prezzo 3mesi in modo più progressivo.
Per Zinco Zama e Ottone interessanti finestre d’acquisto
Lo Zinco risentirà di qualche ritardo nella completa allocazione del denaro rialzista accumulato in eccesso nelle scorse settimane, ma la soglia dei 3.000 dollari 3mesi non verrà messa eccessivamente sotto pressione. Gli utilizzatori di Zama e Ottone sono quindi avvertiti a riguardo delle interessanti “finestre d’acquisto” che si prospetteranno in modo particolare proprio ad inizio di questa settimana.
Alluminio in equilibrio
L’Alluminio ha finalmente trovato una soddisfacente area di quotazione dopo un periodo di tumultuosi alti e bassi. L’attuale livello di denaro che ruota intorno al metallo lascerebbe supporre ad una possibile correzione di prezzo con indirizzo rialzista, ma di limitata entità.
Niente noia per chi investe sul Nichel
Il Nichel non è certo sinonimo di noia con la quotazione di Borsa fortemente sollecitata da una picchiata, meno 6% su base settimanale e meno 14% dal picco massimo di Mercoledì 16 Novembre (30mila USD 3mesi). L’attuale collocazione di prezzo non risulta comunque ottimale per il Nichel, sceso eccessivamente sotto l’area di incontro tra domanda e offerta, identificabile intorno ai 26/27mila Dollari 3mesi.
Un buon compromesso per il Piombo
Un buon compromesso di quotazione lo sta trovando invece Piombo, dopo le forti tensioni rialziste messe in evidenza agli inizi della scorsa ottava e lasciando supporre ad un contesto di marcata stabilità in tempi brevi.
Forte contrapposizione per lo Stagno
Lo Stagno è ancora alle prese con una situazione di forte contrapposizione tra domanda e offerta, sebbene si siano viste le prime incertezze dalla parte di chi vende metallo, avvisaglie comunque non ancora sufficienti affinché la controparte degli utilizzatori possa giudicare quotazione attuale LME di significativo interesse per acquisti dai tonnellaggi importanti.
UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA
Ripartono le vendite di Rusal e Norilsk Nickel dopo il via libera LME
Da circa una decina di giorni il London Metal Exchange (LME) ha deciso di non introdurre divieti al metallo russo, come qualcuno aveva chiesto.
La questione interessava soprattutto alluminio, nichel e rame provenienti dalla Russia. Nell’incertezza, fino ad oggi, i giganti russi dei metalli avevano ritardato la firma degli accordi di fornitura annuali. Ma, dopo che la borsa di Londra ha rigettato l’ipotesi di restrizioni per i metalli russi, Rusal e Norilsk Nickel stanno finalizzando i contratti di vendita.
La decisione LME ha rinvigorito le vendite di Rusal e Nornickel
Inoltre, le vendite di alluminio di Rusal sono aumentate dopo la decisione LME, anche se, in alcune aree geografiche (in Nord America per esempio), sono inferiori allo scorso anno poiché alcuni clienti non vogliono acquistare metallo russo per ragioni morali. Anche Nornickel, il più grande produttore al mondo di nichel raffinato, ha visto una ripresa delle sue vendite dopo la recente decisione LME.
I principali concorrenti di Rusal (la norvegese Hydro e l’americana Alcoa) sostenevano che molti clienti avrebbero rifiutato l’alluminio russo, con la conseguenza che sarebbe stato tutto riversato nei magazzini LME, provocando un collasso dei prezzi. Ma, dai segnali che arrivano dal mercato in questi giorni, non sembra che ciò possa avvenire.
I clienti continuano a comprare alluminio russo
Secondo Bloomberg, la gran parte della clientela continua a comprare l’alluminio russo e sono pochissimi i casi di clienti che non vogliono metallo dalla Russia. Tutto ciò, in un contesto di un ampio calo della domanda di alluminio, con molti consumatori che stanno spostando le consegne di metallo sul prossimo anno.
Va inoltre considerato che i grandi produttori non vendono quasi mai il loro metallo direttamente all’LME e Rusal ha ribadito la scorsa settimana che non ha alcuna intenzione di consegnare il metallo alla borsa. Ciò non toglie che la possibilità teorica di poterlo fare è un importante sostegno in tempi di eccesso di offerta, oltre a rendere più facile ottenere finanziamenti per il metallo.
Classifica dei 10 paesi che producono più alluminio nel mondo
L’alluminio è uno dei metalli più abbondanti sulla Terra e viene prodotto dall’estrazione di criolite e bauxite, che sono le principali fonti di alluminio. La bauxite viene poi lavorata per creare allumina, che a sua volta viene raffinata per ottenere alluminio.
Al giorno d’oggi, l’alluminio è uno dei metalli industriali più richiesti grazie alla sua enorme versatilità. È atossico e leggero, perfetto per realizzare i contenitori degli alimenti e le lattine delle bevande, ma ha anche un’elevata conduttività termica, è resistente alla corrosione e può essere facilmente fuso, lavorato e formato.
È anche meno costoso di altri metalli, come per esempio il rame, e per questo viene spesso utilizzato nelle linee di trasmissione dell’elettricità. Inoltre, ha un tasso di recupero straordinario visto che può essere riciclato più e più volte, consentendo un risparmio altissimo dal momento che l’alluminio secondario viene prodotto consumando fino al 95% di energia in meno rispetto al primario.
Più della metà dell’alluminio mondiale è prodotto in Cina
Sul mercato globale dell’alluminio, il paese che svolge il ruolo di protagonista è senza dubbio la Cina, il più grande produttore e uno dei maggiori consumatori del mondo. Nel 2021 il gigante asiatico, con 39 milioni di tonnellate, ha contribuito ad oltre la metà della produzione globale di alluminio. Negli ultimi dieci anni, il paese ha registrato una crescita costante della produzione primaria.
Per chi non conosce troppo questo mercato è stupefacente constatare come, a partire dal secondo paese in questa classifica, il distacco quantitativo dalla Cina sia almeno di un ordine di grandezza. Infatti, l’India (seconda in classifica) produce soltanto 3,9 milioni di tonnellate, così come la Russia (terza in classifica) che produce 3,7 milioni di tonnellate.
Output globale 2021: 68 milioni di tonnellate
Secondo gli ultimi dati dello US Geological Survey (USGS), la produzione mondiale di alluminio è leggermente aumentata nel 2021, attestandosi a 68 milioni di tonnellate (nel 2020 erano 65,1 milioni di tonnellate). La classifica delle principali nazioni produttrici di alluminio nel mondo ci fornisce un’idea abbastanza chiara della distribuzione geografica di questo metallo, che viene ormai considerato critico in un numero sempre maggiore di paesi.
APPROFONDIMENTO
Quella strana terra rara che ha le chiavi per stoccare energia solare
La comprensione del motivo per cui le batterie di flusso che utilizzano il cerio metallico in un elettrolita di acido solforico hanno una tensione insufficiente, potrebbe aprire la strada a una migliore chimica delle batterie.
Raro e strano. Il cerio, uno dei 17 elementi delle terre rare, continua a sorprendere per alcune sue proprietà inspiegabili, ma che potrebbero aiutare i ricercatori a raggiungere nuovi progressi scientifici.
Prendiamo il caso delle batterie di flusso che utilizzano il cerio metallico in un elettrolita di acido solforico. Il problema di questo tipo di batterie è la tensione insufficiente.
Innanzitutto, le batterie di flusso sono batterie con il fluido elettrolitico in serbatoi esterni, che possono immagazzinare grandi quantità di energia e perciò ideali per lo stoccaggio di fonti intermittenti di elettricità rinnovabile, come l’energia solare e quella eolica.
Più energia e a basso costo
Dal canto suo il cerio metallico potrebbe immagazzinare energia ad un voltaggio relativamente alto, il che significa più energia per ione metallico e a basso costo. Tuttavia, una delle sfide irrisolte con il cerio è capire come trasferire in modo efficiente le cariche elettriche da e verso l’elettrodo. Nel suo percorso attraverso l’elettrodo positivo, il cerio raccoglie o rilascia un elettrone, a seconda che la batteria si stia caricando o scaricando.
Il cerio in un elettrolita di acido solforico non preleva e rilascia l’elettrone con la rapidità prevista, il che significa che l’energia viene sprecata. Si è scoperto che le molecole d’acqua e le molecole di solfato fanno una danza complicata attorno al cerio e così si perde energia.
Come si comportano gli ioni di cerio?
E qui entra in gioco un team di ricercatori dell’Università del Michigan (Stati Uniti) che stanno cercando di capire come si comportano gli ioni di cerio negli elettroliti acidi durante il trasferimento di carica. Questa comprensione aiuterà gli ingegneri a progettare batterie a base di cerio più efficienti, con una minore perdita di tensione durante la carica e la scarica.
Quello che hanno scoperto fino ad ora i ricercatori americani è che quando il cerio è corto di tre elettroni, è circondato solo da molecole d’acqua, mentre quando si arrende a quel quarto elettrone, gli ioni solfato o bisolfato pendono dallo ione cerio. Di conseguenza, quando viene ossidato togliendo quell’elettrone o lo riduciamo restituendo l’elettrone, deve avvenire un trasferimento di elettroni e le molecole attorno ad esso devono riorganizzarsi.
Si aprono nuove strade per lo stoccaggio di energia di rete
La complessazione irregolare tra le forme ossidate e ridotte del cerio provoca un rallentamento della velocità di reazione e questa conoscenza plasmerà le strategie di progettazione degli elettroliti per il cerio o altre batterie a flusso simili.
La conclusione di questi studi è che si aprono nuove strade nello stoccaggio di energia su scala industriale ma non solo… Questa scoperta potrebbe migliorare anche altri processi chimici che si basano sul cerio, come la produzione di prodotti a base di carbonio e la decontaminazione delle acque reflue.
L’intero lavoro di ricerca è stato pubblicato sulla rivista JACS Au, dell’American Chemical Society.
LINK UTILI
METALLI RARI : https://www.metallirari.com/ripartono-vendite-rusal-norilsk-nickel-dopo-via-libera-lme/
METALLI RARI : https://www.metallirari.com/classifica-10-paesi-producono-piu-alluminio-mondo/
METALLI RARI : https://www.metallirari.com/strana-terra-rara-cerio-chiavi-stoccare-energia-solare/
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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE221121.html
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